Con la chiusura dell’Ufficio Tratturi Foggia, rischiano di essere “svenduti” 550 anni di storia della Transumanza. Michele Pesante lancia l’allarme: “Chiarezza dalla Regione”.Della questione si è interessato anche Giorgio Lovecchio componente delle Commissioni Agricoltura e Bilancio della Camera dei Deputati, nonché segretario della Commissione Bilancio.

La notizia della presunta chiusura dell’Ufficio Tratturi della Regione Puglia con sede a Foggia, come ha spiegato l’ex dirigente in pensione Michele Pesante a l’Immediato, è nata da un lapsus o da un errore di un alto dirigente regionale che dinanzi ad un gruppo di persone si è lasciato scappare la domanda “ma è ancora a Foggia l’Ufficio Tratturi?”. Da qui il timore che un piano in piedi da anni possa essere attuato in questo ultimo sprazzo di legislatura Emiliano. Per molti sarebbe soltanto una fake news, sta di fatto che l’Ufficio Tratturi, col pensionamento anche di altri due funzionari e del fedelissimo di Pesante, il dottor Baia, ha perso molta della sua funzionalità, sebbene siano state trasferite di recente due unità tecniche.

Il caso è arrivato in Parlamento ieri alla Camera. Della questione si è interessato l’onorevole Giorgio Lovecchio componente delle Commissioni Agricoltura e Bilancio della Camera dei Deputati, nonché segretario della Commissione Bilancio.

“L’ex dirigente regionale dell’Ufficio Tratturi regionale della Regione Puglia con sede a Foggia, il dottor Michele Pesante, ha lanciato l’allarme della possibile chiusura dell’Ufficio, che raccoglie oltre 550 anni di storia della Transumanza e delle aree tratturali non solo della Puglia ma dell’intero Mezzogiorno. La scelta della soppressione e del trasferimento dell’ufficio a Bari viene da lontano e risponde ad una logica di razionalizzazione degli uffici, iniziata col Governo Monti, che mira ad un accentramento della macchina amministrativa e tecnica nel capoluogo regionale. Se il suo segnale fosse vero sarebbe una vera sciagura per tutta la Capitanata. Intendo approfondire personalmente la vicenda interpellando i livelli regionali”, ha rilevato in una nota.

“L’Ufficio Tratturi di Foggia merita di essere trattenuto nel capoluogo dauno – prosegue il deputato pentastellato -. È un patrimonio della Capitanata che deve essere utilizzato per valorizzare le aree tratturali, per strutturare dei percorsi ambientali, per cambiare il volto alla città con percorsi fruibili. Foggia non può essere consegnata nell’immaginario collettivo solo ai tentacoli della Quarta Mafia. Si tratta di una ricchezza della nostra terra, che non può essere svenduta sull’altare della spending review. Oggi quell’Ufficio conta solo 5 funzionari, ma negli anni attraverso le locazioni dei terreni demaniali ha dimostrato di poter assicurare alla Regione Puglia 600mila euro all’anno, 6 milioni di euro in 10 anni, che avrebbero potuto essere utilizzati per sviluppare i percorsi e i cammini, che tanto impreziosiscono il turismo slow. Negli ultimi mesi la Capitanata e la città di Foggia hanno visto compiersi dinanzi agli occhi numerosi sgambetti, dei veri e propri furti istituzionali. La Via Francigena, secondo un percorso storico prescelto dentro a mille altri altrettanto validi, non passa per Foggia; la Transumanza, riconosciuta come patrimonio immateriale dell’Unesco, non vede in Foggia, città della Regia Dogana della Mena delle pecore, il punto centrale della sua trattazione e valorizzazione, adesso la paventata chiusura dell’Ufficio Tratturi, dove sono custoditi gli Archivi storici delle locazioni e altro materiale e tutti gli atti di alienazione dal 1908 ad oggi. Se fosse vero l’allarme di Pesante sarebbe intollerabile”.