L’Abetina di Ruoti
antonio2024-09-06T03:41:15+00:00La conoscenza e la storia millenaria dei boschi non vengono adeguatamente insegnati ai giovani studenti delle Università
La conoscenza e la storia millenaria dei boschi non vengono adeguatamente insegnati ai giovani studenti delle Università
Il “concio della liquirizia” di Policoro (XVIII secolo) faceva parte dell’industria di trasformazione della radice della pianta spontanea indicata in una carta geografica del 1862 come “fabrica della Liquirizia”
Di Antonio Bavusi. Non risponde al vero in letteratura che la rarefazione dell'Abete bianco sull'Appennino Meridionale sia dipesa esclusivamente da cause naturali. La storia dei boschi di Laurenzana testimonia il contrario
di Adriano Castelmezzano. L'autore descrive l'ambiente e l'ecologia dei due boschi con Abete bianco dal punto di vista floro-faunistico ed ecologico.
A cavallo dei bacini dei torrenti Camastra e Sauro nel territorio di Laurenzana (PZ), sono presenti due tra le foreste con abete bianco (Abies alba) più interessanti della Basilicata. Rientrano entrambe nel parco nazionale dell’Appennino Lucano
Le radici della storia e la distruzione dei boschi in Lucania. Una vicenda storica in gran parte ancora sconosciuta che riguarda la foresta di Monticchio
di Franco Tassi
Sembra incredibile che, in questa società capovolta, anche l’animale forse più amato nel nostro Paese, l’Orso marsicano, sia diventato il bersaglio di efferati assassinii, tra ridicole contese politiche e penose sceneggiate, orchestrate con l’intento evidente di celare una triste realtà
di Franco Tassi (per gentile concessione dell'autore)
Tra le diverse specie di Picchi che si possono ancora incontrare nelle foreste appenniniche, il maestoso Picchio nero (Dryocopus martius) è certamente il rappresentante più prezioso e interessante, confinato nelle valli montane remote e indisturbate delle parti meno note e frequentate del Mezzogiorno. Un uccello ormai quasi leggendario, che offre una delle più valide testimonianze della fauna forestale di climi freddi che ormai, a seguito della dilagante espansione delle attività umane, è quasi ovunque scomparsa nelle grandi penisole mediterranee. Un divoratore instancabile di insetti rodilegno e tambureggiatore insistente di tronchi deperienti, fortunatamente sopravvissuto non solo nelle Alpi, ma anche in pochi recessi dell’Italia centromeridionale, tra cui spiccano le montagne del Cilento e soprattutto quelle della Calabria e della Basilicata, dalla Sila al Pollino.
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