grande18b“Hoc iter ignavi divisimus, altius ac nos praecinctis unum: minus est gravis Appia tardis… (Oratio, Sat V, Lib I Sermones) viaggio da Roma a Brindisi …noi, sfaticati, dividemmo in due questa tappa, che per gente più svelta è una sola; ma l’Appia è meno faticosa a chi la prende comoda…”Definita dal poeta romano, Publio Papinio Stazio, Regina Viarum, la via Appia da Roma giungeva a Brindisi, importante porto verso l’Oriente. Nacque come via militare verso il Mediterraneo e la Magna Grecia riprendendo sull’Appennino i percorsi arcaici della transumanza delle popolazioni italiche.

Dai piedi del Palatino a Roma ai Colli Albani, attraverso Ariccia, Genzano, giungeva alle Paludi Pontine e poi proseguiva per Terracina per ridiscendere, dopo aver superato il tempio di Giove Anxur, a Fondi. Dopo aver attraversato i fiumi Liri e Minturno, puntava verso il Volturno per arrivare a Capua, e Benevento e di qui verso l’Ofanto. Fu percorsa nella primavera del 37 a.C. dal poeta Quinto Orazio Flacco che la cita in una sua opera. Orazio accompagnava Mecenate e Marco Cocceio Nerva, bisnonno del futuro imperatore Nerva, inviati forse in missione nell’ambito del trattato di pace con Taranto stretto da Augusto e Marcantonio con la città greca.

La via Appia venne realizzata, a partire dal 312 a.C., dal censore Appio Claudio Cieco. Il tratto fino a Benevento venne realizzato intorno al 190 a C. collegandolo successivamente a Venosa. Traiano realizzò il secondo tratto lungo la costa pugliese con direzione Brindisi agli inizi del II secolo a.C. facendo perdere d’importanza la via Appia e lo snodo commerciale e politico rappresentato dalla città di Venosa. Nel suo sviluppo finale la via Appia, da Roma a Brindisi, è lunga circa 360 chilometri attuali. Fino al VI sec. d.C. ebbe una funzione strategica militare che mantenne fino alle Crociate.

Lo sviluppo in Lucania verso Venosa, dopo Pons Aufidi (Ofanto) seguiva diverse direttrici, scelte dai viandanti, dai commercianti, dai pellegrini e dagli eserciti in base al mezzo di trasporto usato (carro, cavallo o a piedi), alla stagione che influiva sulle condizioni del fondo stradale ed ai rischi dovuti a possibili agguati e furti da parte di banditi armati (per gli itinerari in Lucania e Puglia vedasi di: A.Bavusi, il Cammino di Puglia – Itinerari GIS Vito L’Erario, Alfagrafica Volinnino, Lavello, 2016).

Roma era interessata alla conquista dei territori del Tavoliere e della Murgia pugliese controllati dai popoli pastori di lingua osca (tribù dei Peligni, Marsi e Lucani), che praticavano la transumanza delle greggi. La via Appia fu realizzata per fini militari seguendo antiche direttrici di transumanza e per garantire il controllo dei territori, dopo  l’umiliazione subita dai romani ad opera dei Sanniti alle Forche Caudine.


 Licenza Creative Commons
Il Cammino di Puglia di Antonio Bavusi e Vito L’Erario è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso www.pandosia.org

E’ possibile richiedere gratuitamente, tramite modulo di contatto, la copia cartacea del testo Il “Cammino di Puglia” (192 pagine) indicando il proprio nome, cognome, indirizzo postale, CAP – nome del Comune di domicilio e recapito telefonico). Indicare il motivo del proprio interesse a ricevere il testo.